La Rete

Il grande amore: la Bitta

Bitta a mezzobusto, pastello, copia fotografica di originale disperso, 1904

Tratto da:
http://www.tatarte.it/Baccarini/index.htm

 

Estasi (La Bitta), copia fotografica, 1903-1904.

Tratto da:
http://www.tatarte.it/Baccarini/index.htm

 

Elisabetta Santolini detta "Bitta" nasce a Faenza il 9 settembre 1884, figlia primogenita di seconde nozze di Sebastiano Santolini, macellaio, e Teresa Brosoli, casalinga. Elisabetta è di estrazione popolare e in giovane età esercita il mestiere di filanda. La sua breve vita si è intrecciata con quella di due fra i più autorevoli artisti romagnoli di quell'epoca: il faentino Domenico Baccarini e l'imolese Amleto Montevecchi, per i quali fu modella e compagna di vita, musa ispiratrice e amante.

Elisabetta e Domenico si incontrano ad un ballo nei primi mesi del 1903. Subito si innamorano e così comincia la loro tormentata storia. Domenico oltre a provare per Elisabetta una passione travolgente, trae da lei l'ispirazione per un modo diverso di fare arte e da lei ispirato realizza le sue opere migliori. Il suo lavoro diventa febbrile, tutte le tecniche e tutte le materie vengono assoggettate alle stupende fattezze della Bitta. Basta scorrere le opere di Domenico per accorgersi di quanta interiorità esprime quel volto imbevuto di pensosa malinconia.

In seguito al grande successo riscosso a Ravenna all'"Esposizione Emiliano Romagnola di Belle Arti", che lo porta a vincere la medaglia d'oro per la scultura, il Comitato dell'Esposizione acquisterà il busto della Bitta. Trasferitosi a Roma, Baccarini prepara una grande composizione simbolica, che ha come tema le passioni umane, e gli fa da modella anche la Bitta in piena gravidanza. La famiglia si prepara così al parto che avviene il primo agosto 1904: nasce una bimba a cui viene dato il nome di Maria Teresa. Domenico si impegna in ogni tipo di attività pur di poter guadagnare e mantenere così la famiglia. E' in questo periodo con tutta probabilità che Domenico plasma a tutto tondo il bronzo Bitta con le mani incrociate. Nel 1905 esce sul settimanale romano "L'Avanti della Domenica" (n.4 del 29 gennaio) una delle prime illustrazioni disegnate da Baccarini rappresentante la testa della Bitta, intitolata Nostalgia.

Domenico si prepara per essere presente alla VI Biennale d'Arte di Venezia. Gli vengono accettati tre disegni che rappresentano una vecchia (la nonna), una giovinetta incinta (la Bitta) e il bagno che la madre fa alla figlia. Fu indubbiamente un grande successo.

Verso la fine del 1905 però il rapporto tra Domenico e la Bitta si interrompe; la Bitta incontra, durante un ballo nel Teatro Comunale di Imola nel carnevale del 1906, Amleto Montevecchi. I due si innamorano: dalla loro unione nasceranno Eros e Roberto. Anche il Montevecchi, come il Baccarini, trae ispirazione dalla donna amata per realizzare una serie di pregevoli opere. Purtroppo le condizioni di vita sono difficili e il 23 ottobre 1909 la tragedia si compie: la Bitta muore a soli 25 anni, chiudendo così una vita piena di miseria, amore e arte.


Tratto da:

Luciano Santolini, La Bitta e i suoi pittori, Faenza, Casanova, 2007